favoritismi personali - Gc 2,1-5 | ||
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Dalla lettera di san Giacomo apostolo |
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vestito lussuosamente | Ha colpito l'opinione pubblica l'ultima intervista al Card. Martini che esordisce dicendo: "l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi". Allora, come oggi, la comunità ecclesiale corre il rischio di farsi sedurre dagli aspetti mondani della ricchezza e del potere, e si lascia travolgere dalle regole del mondo. Nella chiesa abbondano i titoli onorifici che quasi mai corrispondono ad un servizio, proprio come nel mondo civile si concede ad alcuni privilegiati, con o senza merito, titoli di cavaliere o commendatore. Anche la struttura costruttiva delle chiese determina separazioni e ruoli non sempre dettati dalla praticità d'uso: il presbiterio per i preti e più in basso l'aula per i fedeli ... a volte c'è da domandarsi dove stanno i poveri. |
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«Siediti qui ai piedi del mio sgabello» | Il più delle volte sono fuori, sulla porta della chiesa, quando è permesso di rimanere lì a chiedere l'elemosina, più spesso sono allontanati. Sarebbe incredibilmente evangelico vedere un povero seduto accanto al Papa in san Pietro, uno di quelli che sostano sotto i portici di via della Conciliazione, perché anche il colonnato del Bernini è loro precluso. È vero che non molto distante, una piccola porta si apre sulle mura vaticane per offrire una mensa ai poveri, ma in un angolo, quasi lontana dagli sguardi. |
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Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo | Anche Dio fa "favoritismi personali" ma lo fa in una direzione totalmente opposta alle scelte del mondo. L'attenzione per i poveri non si può ridurre ad un atteggiamento filantropico di carità che lascia separati e distinti i ruoli tra chi è ricco e dona e chi è povero e riceve. Non è questa la fedeltà alla scelta divina che ha eletto ciò che è piccolo e povero. |